Tra gli articoli, segnalo quello di Mattia Toaldo sulla frontiera Italia-Africa. Riconosce che a gennaio 2017 i flussi migratori verso l’Italia erano fuori controllo, mentre a dicembre 2017 il quadro è “ben più roseo”.

Il sistema messo in atto dal ministro dell’interno per frenare i flussi migratori dalla Libia viene battezzato “Minniti compact”.

È basato su tre cerchi: locale (fermare le partenze); marittimo (intercettare in mare gli immigrati, ad opera della Guardia Costiera libica); quello delle ONG, con cui si è negoziato un codice di condotta. Il messaggio dell’Italia ai paesi di transito degli immigrati è stato che la nostra priorità era bloccare i flussi.

Una parte del flusso è stato dirottato su piste alternative molto più pericolose, ma, commenta Toaldo, i morti nel deserto non si vedono in tv e nessuno neanche li conta come invece si fa nel Mediterraneo.

Toaldo contesta che il Minniti compact sia l’unica soluzione possibile, ma le alternative che propone richiedono più tempo per essere efficaci. Pur essendo Toaldo critico verso il Minniti compact, non raggiunge la supponenza di Luca Raineri in un altro articolo ospitato dalla rivista, in cui a proposito di Minniti si parla di “sorprendete attivismo” del ministro e di controverse dichiarazioni dello stesso secondo cui i flussi fuori controllo “rappresenterebbero una minaccia per la tenuta democratica del paese”: non so in quale disneyland viva Raineri per considerare una fantasia di Minniti il fatto che la capacità di controllo dell’immigrazione sia oggi tema decisivo per gli elettori europei.

Tornando a Toaldo, le sue proposte sono ragionevoli: rivedere le nostre leggi sull’immigrazione, in modo da gestire i rifugiati con il sistema di reinserimento in vigore e gli immigrati “economici” mediante accordi con i paesi d’origine in cui in cambio di procedure consolidate per i rimpatri vengano garantiti dei visti di lavoro regolari, con identificazione della persona all’origine.

Mettere fine, dunque, all’attuale sistema, formalmente chiuso ma in realtà aperto all’irregolarità. Bene, ma se Minniti non avesse affrontato l’emergenza, credo che non ci sarebbero le condizioni per lavorare a soluzioni come queste.

Roberto Campo – Presidente dell’Istituto Studi Sindacali – UIL