La Fondazione Ermanno Gorrieri ci ha invitati alla Lettura Estiva sulla Resistenza, organizzata insieme con il Museo di Montefiorino sulla Repubblica Partigiana di Montefiorino del 1944 e sulla Resistenza Italiana, con l’Istituto Storico di Modena e con il Comune di Montefiorino.

L’iniziativa si è svolta il 7 settembre alla Rocca di Montefiorino, castello del XII secolo, in posizione dominante sule valli dei torrenti Dolo e Dragone, provincia di Modena al confine con quella di Reggio Emilia.

La Repubblica Partigiana di Montefiorino proclamò l’indipendenza della porzione di territorio sottratto ai nazifascisti e operò dal 17 giugno al 1º agosto 1944.

Il Museo è interessante, piccolo ma ben organizzato, con oggetti significativi, pannelli esplicativi, un bell’apparato multimediale.

Rende bene la drammaticità della scelta di tanti giovani, tra Repubblica di Salò e Comitato di Liberazione Nazionale.

Ermanno Gorrieri è stato un capo partigiano, tra i fondatori della Repubblica di Montefiorino; dirigente della CISL e deputato DC nel Dopoguerra; studioso di problemi sociali e grande promotore di associazionismo.

Il culmine della giornata è stata la lezione del Professor Giovanni De Luna, storico, che ha parlato del suo ultimo libro,

La Resistenza Perfetta, edito da Feltrinelli, e del prossimo, di imminente uscita, dedicato anch’esso alla Resistenza.

De Luna è partito dall’evocazione della situazione determinatasi dopo l’8 settembre, con lo Stato che si affloscia e cinque diversi poteri operanti sul territorio italiano: gli Anglo-Americani; i Tedeschi; la Repubblica Sociale Italiana; il Regno del Sud; il Comitato di Liberazione Nazionale.

Il Professore ha sottolineato con forza che lo Stato crollato era lo Stato totalitario, che per tutta la sua esistenza aveva espropriato cittadini e società di qualsiasi autonomia decisionale.

Probabilmente le vicende piemontesi che De Luna racconta nel suo libro, in cui ravvisa un momento, durato alcuni mesi, di unità totale e perfetta tra comunisti, monarchici, aristocratici, contadini, ragazzi, militari dell’ex esercito regio, tutti votati, secondo De Luna, esclusivamente al salvataggio della patria e alla libertà, lo hanno indotto a lasciare sullo sfondo fenomeni dissonanti rispetto a questo quadro di armonia e il conflitto tra gli obiettivi delle diverse anime della Resistenza, che nell’esperienza torinese oggetto del libro l’autore ritiene si manifesteranno solo successivamente.

L’abbandono di un totalitarismo, in realtà, è coesistito con l’afflusso in massa verso l’altro polo totalitario, in cui la libertà non è un valore assoluto.

Liberazione e libertà non sono state, e non sono, la stessa cosa. Una forzatura, ci pare, vedere operante in quei mesi l’acquisizione di una sovranità individuale come nucleo della sovranità statale.

Efficace invece il racconto di Giovanni De Luna quando descrive la grande confusione, euforica, della Torino del 25 luglio: il corteo dei ferrovieri compaesani di Badoglio; il corteo dei vecchietti coetanei di Vittorio Emanuele; l’assalto alle carceri per liberare i prigionieri politici; i partii riuniti a casa dell’avvocato Brosio per stendere il volantino, con grandi discussioni sulla sua conclusione: pace e libertà o solo libertà? Venti mesi dopo, la situazione si presenta del tutto diversa.

Tutti i servizi che funzionano; novemila partigiani armati, agli ordini dei partiti del CLN, che si sono pienamente legittimati.

Uno dei miracoli di quegli anni, cui De Luna dedicherà il suo prossimo lavoro.

La giornata sulla Resistenza organizzata dalla Fondazione Ermanno Gorrieri è stata un successo, il luogo prescelto particolarmente indovinato, per il fascino della rocca e la validità del nuovo allestimento del museo.

Roberto Campo, Presidente Istituto Studi Sindacali Italo Viglianesi
Settembre 2017