15 maggio 1939 – Viene inaugurato a Torino lo stabilimento Fiat Mirafiori
[…] Il Riformismo aziendale. Il tentativo di consolidare la propria politica di riformismo aziendale, è stato singolarmente favorito dalla congiura economica in cui è venuta a trovarsi la Fiat nel 1954. Mentre nel 1952 ed il 1953 vedono l’azienda in difficoltà produttive, indecisa nella scelta di una politica economica, l’anno successivo essa si orienta con sicurezza, ed in modo definitivo, verso la ricerca di più ampi mercati sia con la produzione di automobili adatte ad un mercato di massa, sia con una attiva politica di riduzione dei costi.
Questo deciso orientamento verso mercati popolari, e la pronta risposta che ne viene, concedono all’azienda più ampi margini economici con cui rafforzare la propria politica riformista attraendo ad essa le rappresentanze aziendali delle due organizzazioni sindacali sorte dalla scissione della Cgil. Con il 1954 ha inizio la loro totale subordinazione al monopolio. Con essa, le due organizzazioni subiscono una profonda trasformazione nei loro quadri aziendali e nelle impostazioni sindacali che ne farà qualcosa di diverso, col tempo addirittura di contrastarne, con le centrali sindacali con cui sono collegate.
Il riformismo aziendale, se presupponeva la liquidazione del sindacato di classe, era però condizionato alla presenza di un sindacalismo subordinato, in gradi di far penetrare tra le maestranze la politica della Direzione. Era troppo forte la tradizione sindacale perchè la Fiat potesse cancellarla. Occorreva dunque, liquidata la organizzazione di classe, orientare gli altri settori sindacali verso nuovi esperimenti che assumessero come base la condizione privilegiata delle maestranze Fiat. Il maggior flusso di erogazioni consentito favorevole congiuntura economica ha permesso di accelerare il processo di assorbimento dei sindacati Cisl e Uil nella loro impostazione politica aziendale. Ne è nato un nuovo equilibrio. L’incremento delle erogazioni non era molto diverso da quello degli anni precedenti, ma mentre allora era dovuto alla forza contrattuale delle maestranze, adesso giungeva in forme e a condizioni che la logoravano rapidamente. Parallelamente alla propria subordinazione al monopolio ed alla propria situazione preferenziale rispetto a quel tanto che restava del sindacato di classe, le due organizzazioni sindacali divenuta di maggioranza (Cisl e Uil) subivano una profonda trasformazione interna. I loro quadri, vuoi per la ricerca di maggiori margini di potere, vuoi per motivi personali con la direzione dell’azione. […]