1° febbraio 1957 – Si costituisce a Genova il primo sindacato indossatrici, Coratelli della Camera Sindacale UIL di Genova incontra le indossatrici convenute per la costituzione del loro sindacato.

Viene costituita anche «La Pagina della donna» che affrontava problemi di carattere sindacale, ma ospitava anche racconti, articoli destinati alla ricreazione e allo svago ed una rubrica brillante firmata da “Ornella” con «piccoli consigli di ordine pratico e suggerimenti un po’ frivoli».

Dal marzo del 1957 prese persino il via una nota sulla moda redatta dalla Segretaria del sindacato indossatrici Uil, Marcella Di Falco, e intitolata «A tu per tu con la moda».

Il giornale della Uil adottò quindi quella pedagogia della quotidianità che era un componente della stampa femminile tradizionale100: attraverso ingredienti come la bellezza, la salute, la moda, la cucina, l’igiene, scelse di rivolgersi al pubblico delle donne, dimostrando di aver compreso l’importanza di questo tipo di lettore per estendere il suo raggio di influenza, rivolgendosi sia alla lavoratrice-sindacalista che alla donna “moderna”, con il suo bisogno di evasione, voglia di agi, consumi e frivolezza.

La pagina rimase comunque uno dei pochi spazi che il giornale dedicò a temi non connessi al mondo del lavoro e i contenuti del periodico nel corso degli anni Cinquanta si indirizzarono quasi esclusivamente a lettori in quanto sindacalisti.

Questa tendenza si accentuò con il 1958 quando il periodico subì una trasformazione a livello di contenuti.
Oltre ad aumentare la foliazione, venne precisata la sequenza delle pagine e si diede soprattutto spazio ad una trattazione più ampia di alcune tematiche che erano ormai proprie delle politiche della Uil.

Dimostra innanzitutto un’attenzione verso la fabbrica ed i centri industriali, ospitando nella nuova rubrica «Radar sul triangolo», le corrispondenze delle città del triangolo industriale Torino, Milano, Genova e dedicando un’intera pagina alla cronaca sindacale ed ai problemi delle diverse fabbriche italiane in «Nelle fabbriche di tutta Italia l’impegno della Uil»