ACCADDE OGGI – 1º ottobre 1906 nasce la Confederazione Generale del Lavoro
“Storia del sindacalismo” di Italo Mario Sacco
1º ottobre 1906 nasce la Confederazione Generale del Lavoro fu istituita nel contesto del primo Congresso di Milano del 29 settembre.
Come segretario generale fu scelto il riformista Rinaldo Rigola, che già in precedenza si era contraddistinto per aver cercato di trovare la sintesi politica tra le spinte radicali dei rivoluzionari, che guidavano gran parte delle Camere del Lavoro, e le posizioni moderate dei riformisti.
[…] Fra il 1906 ed il 1914, fu una continua lotta della Confederazione con il Partito socialista; in questo la frazione integralista aveva avuto la maggioranza al Congresso di Roma del 1906; i rivoluzionari, e fra di essi i sindacalisti, si trovarono a disagio, sì nel Partito che nella Confederazione; nel Congresso di Firenze del 1908 il Partito espelleva i rivoluzionari e con la Confederazione assumeva un tono riformista: ma nel congresso di Reggio Emilia del 1912 i rivoluzionari ottenevano una rivincita clamorosa espellendo i riformisti di destra; la Confederazione veniva a trovarsi in grave disagio, anche perchè, costituitosi un altro partito, il socialista riformista, condotto da uomini di larga popolarità e benemeriti capi di organismi cooperativi e mutualistici, che intanto si erano sviluppati muovendo interessi cospicui e capitali sempre più vasti, non poteva scindere la propria posizione e si trovava dilaniata dalle tendenze e dalle esigenze pratiche dell’azione sindacale.
La Confederazione tentò più volte di emanciparsi dal Partito, ma i suoi dirigenti non potevano rimanere assenti dai Congressi Socialisti dove si determinava il prevalere della corrente di maggioranza con tutto il seguito di stampa, di mestiere, invece, potevano svolgere la propria attività con perseverante sforzo di perfezionamento sindacale: quelle del <<Libro>>, dei <<Cappellai>>, degli <<Operai Edili>>, del <<Vetro>>, delle <<Arti Tessili>> , dei <<Metallurgici>>, erano costituite da masse compatte con un’organizzazione che molto si avvicinava alle migliori di altri Paesi.
Le scissioni, però, di alcune Camere del lavoro, la vivacissima propaganda di sindacalisti rivoluzionari, producevano pluralità di associazioni sindacali nel medesimo settore; tipica quella dei ferrovieri, fra i quali si poté formare dopo il 1904 la massa più forte degli aderenti al sindacalismo rivoluzionario dell'<<Unione Sindacale>>, che nel 1910, succeduta ad un <<Comitato dell’Azione diretta>>, raccolse alcune Camere del lavoro dissidenti, il Sindacato Italiano dei ferrovieri, ed alcune altre associazioni sindacali.
Quegli anni furono fra i più difficili; si può dire che ogni uomo presso nella mischia dovette fare più di una volta l’esame della propria coscienza politica e orientarsi; su La Voce si davano convegno gruppi di ricercatori ansiosi di una rinascita comunque essa avvenisse; il Papini ed il Prezzoli, presi da passione sindacalista, spiavano su Le pagine libere dell’Olivetti quella filosofia della volontà, che non era soltanto pragmatismo alla Bergson od alla WIlliam Hames, ma qualche cosa di più; il Sorel ebbe nella rivista fiorentina molto posto; per qualche tempo, il sindacalista francese fu il prediletto di più d’un cenacolo, cui non doleva di avere un preferito comune, mentre non potevano superare in Patria le reciproche animosità, spesso generate da bizze letteratesche.[…]pp.207
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