La UIL non è stata fatta in un giorno / La Camera Confederale del Lavoro di Trieste
Nasce nel 1945, organizzazione sindacale democratica in un contesto drammatico che vede operare due diverse Resistenze contro l’occupazione nazi-fascista, presto tra loro confliggenti.
La città venne liberata dal CLN, guidato da don Edoardo Marzari, a fine aprile 1945, ma già il 1° maggio arriva l’esercito jugoslavo, e il CLN è costretto a tornare in clandestinità. I comunisti si schierano con Tito e ne condividono l’obiettivo di portare Trieste sotto il dominio jugoslavo.
A livello sindacale, i comunisti si organizzano nei Sindacati Unici, filo-jugoslavi. Il 12 giugno 1945, il Governo militare alleato anglo-americano subentrò alle milizie titine.
Nel luglio 1945, nacque la libera organizzazione sindacale, i Sindacati Giuliani, poi Camera Confederale del Lavoro. Cattolici e laico-socialisti insieme, anche dopo la nascita della UIL e della CISL (1950) che rinunciarono a costruire proprie strutture a Trieste, ma stipularono un patto di amicizia con la CCdL.
Nel 1966, la componente cattolica della CCdL propose l’adesione alla CISL, non ottenne la maggioranza qualificata necessaria e decise per la scissione. La CCdL rimase autonoma, ma costruì un rapporto sempre più stretto con la UIL, fino a quando, nel 1971, Raffaele Vanni per la UIL e Carlo Fabricci per la CCdL firmarono l’accordo di affiliazione, con cui la CCDL divenne Camera Confederale del Lavoro–UIL.
Piccola storia del sindacalismo riformista italiano/26