Antifascisti attivissimi, il 9 giugno 1937 furono uccisi da una squadra di miliziani francesi della “Cagoule” su mandato dei servizi segreti fascisti e di Galeazzo Ciano.
Con un pretesto furono fatti scendere dall’automobile e poi colpiti da raffiche di pistola, Carlo morì sul colpo, Nello, colpito per primo, fu finito con un’arma da taglio.
Carlo fu professore universitario mentre Nello fu uno storico e docente universitario, allievo a Firenze di Gaetano Salvemini.
Il primo fu di idee socialiste-laburiste, democratiche e mazziniane; il secondo simpatizzante liberale, vicino a Giovanni Amendola.
Il loro ricordo è legato alla loro infaticabile attività politica antifascista, oltre alla capacità di elaborazione politica originale e di critica costruttiva al marxismo radicale ed intransigente sovietico; all’incredibile lavoro intellettuale, svolto in condizioni di precarietà, ma solido e capace di promuovere il confronto e la polemica; alla riscoperta delle nostre radici nel Risorgimento, nei suoi autori e protagonisti più famosi; alla prospettiva europea ed internazionale dello studio sui movimenti dei lavoratori e sull’emancipazione della classe proletaria.
All’incrollabile speranza di immaginare un’Italia e un’Europa libera.
Il loro esaltante impegno ed il loro sacrificio continueranno a rappresentare l’ideale di un’Italia civile, giusta socialmente, democratica e moralmente consapevole.