Oggi è il compleanno della legge 300/70, nota come lo Statuto dei lavoratori. Sono 51 anni di applicazione ed ancora resiste come un baluardo, nonostante il cambiamento della qualità del lavoro, della condizione del lavoratore e soprattutto alle modifiche (ideologiche) di alcuni articoli considerati obsoleti da parti politiche con sensibilità diverse dalle nostre. L’aspetto ideologico è preminente, inutile nasconderlo.

Ci voleva un ministro socialista, Giacomo Brodolini, per parlare e fare una legge a favore dei lavoratori. Ascoltando i sindacati e ponendo al centro il lavoratore, la sua dignità, l’impegno quotidiano sul posto di lavoro e i rapporti che vi si instaurano, Brodolini ha sempre guardato ai bisogni dei lavoratori come a quella parte della società che ancora aspettava ad essere riconosciuta non solo come forza lavoro.

La conflittualità che si voleva governare prevedeva l’applicazione di metodi democratici, partecipativi insomma riformisti, per creare un clima di rispetto e di libertà nei luoghi di lavoro.

In questa giornata dedicata alla sicurezza sul posto di lavoro piace ricordare che proprio l’art. 9 della Legge 300/1970, nel passaggio in cui si parla di “tutela della salute e dell’integrità fisica”, fa riferimento all’applicazione di norme per la prevenzione di infortuni e malattie professionali e all’adozione degli strumenti per tutelare ogni diritto dei lavoratori alla sicurezza.

Questa legge si inquadra nella grande stagione di modernizzazione del nostro Paese, che ha visto l’affermazione di diritti che hanno consentito di porre il cittadino al centro del disegno riformatore.