Il Movimento Comunità fondato e presieduto da Adriano Olivetti nel 1948 puntava a una fusione di elementi culturali liberali e socialisti per contribuire ad una modernizzazione dell’Italia dal punto di vista politico, economico, sociale.

Nel 1955, un gruppo di lavoratori vicini al Movimento costituì un sindacato aziendale autonomo, Comunità di Fabbrica, successivamente Autonomia Aziendale, presto non limitata alla sola Olivetti, ma diffusa in molte realtà del Canavese.

Il rapporto con CGIL, CISL, UIL fu inizialmente molto difficile. Nelle elezioni della Commissione Interna della Olivetti ICO del 1955, Autonomia Aziendale ottenne la maggioranza relativa, e la UIL fu l’organizzazione più penalizzata, anche perché culturalmente più vicina, e di conseguenza più esposta alla concorrenza del nuovo sindacato.

La storia del rapporto tra la UIL e Autonomia Aziendale, cominciata in maniera così problematica, fu però a lieto fine. Al termine di un lungo processo di avvicinamento, e nel nuovo quadro determinato dalla scomparsa di Adriano Olivetti (1960) e dalla Legge 300/70 (1970), nel 1971 ebbe luogo la fusione tra Autonomia Aziendale e la UIL.

Illustrazione: bandiera di Autonomia Aziendale

Piccola storia del sindacalismo riformista italiano/25