Adriano Musi ha ricoperto il ruolo di segretario generale aggiunto alla UIL.
Presidente del Movimento Repubblicani Europei, è stato eletto nelle elezioni politiche del 2006 alla Camera dei deputati nella lista de l’Ulivo.
Alle elezioni politiche del 2008 è stato eletto al Senato per il Partito Democratico, ricoprendo il ruolo di vicepresidente della Commissione Finanze e tesoro di Palazzo Madama.
È stato uno dei due senatori, con Luciana Sbarbati, del Mre all’interno del gruppo del Partito Democratico. È presidente dell’associazione Giovane Europa. Non ha seguito la collega Sbarbati nell’adesione alla Costituente di Centro ed è rimasto nel gruppo del Partito Democratico al Senato.
Dal giugno 2010 all’ottobre 2011 ha ricoperto il ruolo di commissario del PD Calabria a seguito della nomina da parte del PD Nazionale.
“I protagonisti dell’Italia democratica – La UIL 1987/1999”
[…] Secondo il segretario confederale Adriano Musi si rendeva necessaria <<un’iniziativa efficace e seria del governo prima che i problemi si aggravino ulteriormente>> anche perchè <<c’è oggi una rinnovata e significativa disponibilità di tutto il sindacato ad affrontare concretamente le principali questioni sul tappeto: dal costo del lavoro, alla lotto all’inflazione e alla politica fiscale.
Le posizioni della UIL erano obiettivamente molto distanti da quelle confindustriali.
E il 14 novembre il segretario confederale Silvano Veronese rilevava che le dichiarazioni appena rilasciate dal presidente della Confindustria, Sergio Pininfarina e <<in particolare>> dal suo vice Carlo Patrucco testimoniano che la trattativa sul costo del lavoro <<è ancora nella notte, senza nulla di nuovo sotto la luna>>.
<<E pretestuoso – disse Veronese – addossare al sindacato la responsabilità di uno sviluppo non costruttivo e di uno sbocco non positivo del negoziato. Infatti stiamo ragionando anche in queste ore sulle soluzioni che possono permettere la riduzione di qualche punto del costo del lavoro senza compromettere una corretta dinamica delle contribuzioni ai fini della salvaguardia del potere d’acquisto.
E da tempo abbiamo proposto una terapia di disinflazione per mantenere tutti i fattori dell’economia italiana, e non solo i salari, in armonia con i tassi d’inflazione programmati. L’unica cosa che la Confindustria non ci può chiedere è di fare karakiri abolendo la contrattazione integrativa; sarebbe come chiedere agli industriali di fare gli imprenditori senza realizzare profitti>>[…]pp.887
Da parte nostra ti auguriamo un felice compleanno!