Prodi Carniti Lama BenvenutoIl suo impegno nel sindacato comincia nel 1957 come operatore nella zona industriale Sempione di Milano. In questa città è protagonista della mobilitazione per l’affermazione della contrattazione articolata nei primi anni sessanta.

Diventa dirigente di spicco della FIM-CISL milanese, di cui sarà segretario. È tra i promotori delle prime esperienze unitarie tra i sindacati metalmeccanici.

Nel 1965 entra nella segreteria nazionale della FIM-CISL, che allora ha la sua sede a Milano. Ne diviene segretario generale nel 1970. Nel frattempo la FIM-CISL trasferisce la sua sede a Roma, dove dà il via all’esperienza unitaria con FIOM-CGIL e UILM nella Federazione lavoratori metalmeccanici (FLM). Nel 1974 entra nella segreteria nazionale della CISL, divenendo, insieme a Luigi Macario, leader della componente che vincerà il congresso del 1977: Macario è eletto segretario generale e Carniti segretario generale aggiunto. Dal 1979 al 1985 è segretario generale della CISL. In quegli anni sarà il più tenace sostenitore dell'”accordo di San Valentino” (14 febbraio 1984) sulla scala mobile, in dissenso con la CGIL.

Incontri governo-parti sociali, una lunga tradizione

roma-23 gennaio 1983-firma sul costo del lavoto. ansa Da sinistra Pierre Carniti (secondo), Luciano Lama (terzo) e Giorgio Benvenuto (quarto)

Ciò portò ad una profonda divisione tra le organizzazioni sindacali, che si manifestò nel Referendum abrogativo del 1985 in Italia, promosso dal Partito Comunista Italiano e sostenuto dalla CGIL. Consulente economico di Carniti fu l’economista del lavoro Ezio Tarantelli, ucciso, pochi giorni prima del referendum, dalle Brigate Rosse.

Nel 1985 lascia la CISL, dopo il vittorioso referendum sulla scala mobile che conferma il decreto uscito dall’accordo di San Valentino.

Carniti,_Benvenuto,_TrentinSempre nel 1985 Marco Pannella lo propone al Partito Socialista Italiano come Presidente della Repubblica, ma Carniti non ha l’età minima di 50 anni per essere eletto: il leader radicale lo candida allora come presidente della RAI, ma Bettino Craxi gli preferisce Enrico Manca. Negli anni successivi collabora sulle politiche per il Mezzogiorno. Dal 1989 al 1999 è deputato europeo per due legislature, prima per il PSI poi come indipendente nelle file dei Democratici di Sinistra. Ha presieduto una Commissione sulla povertà.

Nel 1992 è candidato al Senato con i socialisti in Trentino, ma è il primo dei non eletti. Nel 1993 muore il senatore Ezio Anesi, e Carniti gli subentra, rimanendo in carica fino al 1994.

[…]”La questione salariale si può vincere in fabbrica e perderla subito dopo attraverso la politica economica” che “l’autonomia ed il potere sindacale cominciano nella fabbrica, ma non finiscono dentro ai cancelli della fabbrica”.   Con ciò – sarà bene mettere le mani avanti per scongiurare fastidiosi equivoci – non si vuol dire che i sindacati, a cominciare dalla CGIL, abbiano sbagliato respingendo la cosiddetta politica dei redditi, declinando l’invito a partecipare a quella che Franco Momigliano ha incisivamente chiamato “programmazione asimmetrica” rifiutandosi di sottoscrivere accordi-quadro per l’auto-programmazione della contrattazione. Si vuol dire, invece, che quel che è venuto dopo è la conseguenza del modello di sviluppo imposto dal capitalismo negli anni della ricostruzione approfittando di una politica sindacale largamente ispirata al principio della “collaborazione tecnica”.   Di errore, quindi, si può parlare semmai per aver raggiunto tardivamente la consapevolezza di questa connessione.

Peraltro, l’impreparazione – che è poi un limite culturale – non è generale. Ne è un sintomo abbastanza eloquente l’intervista rilasciata da Pierre Carniti all’indomani della conclusione della vertenza del 1969 per il rinnovo contrattuale nell’industria metalmeccanica .

A chi chiede un giudizio sullo stato del movimento operaio Carniti risponde che “il movimento va avanti così come è stato pensato; e siccome ha pensato ancora poco, va avanti poco”.[…]pp537

Carniti-Lama-Benvenuto

Tratto dal libro

“Problemi del movimento sindacale in Italia dal 1943 al 1973

Disponibile presso la BIBLIOTECA NAZIONALE UIL ARTURO CHIARI