31 maggio 1996 muore Luciano Lama
Tratto dal libro Federazione CGIL CISL UIL per il dibattito sull’unità sindacale
[…]Il problema dell’unità – ha esordito Lama – è un problema politico e come tale va affrontato, considerandone sinceramente i diversi aspetti, le difficoltà, le implicazioni.
Noi abbiamo compiuto una scelta che è nettamente favorevole all’unità organica. Questa scelta è stata compiuta perchè contemporaneamente abbiamo definito, e in modo abbastanza preciso, la funzione che questo sindacato unitario deve avere nella società italiana, il suo ruolo di rinnovamento e di mutamento della società in cui viviamo. Non pensiamo, cioè, di fare una unità pur che sia, una unità per qualsiasi tipo di sindacato; abbiamo elaborato una linea di unità per costituire un determinato sindacato; un sindacato che si propone di realizzare mutamenti profondi nella società, che è ingiusta, piena di squilibri, incapace, come l’esperienza dimostra, di assicurare a se stessa persino quello sviluppo distorto e inaccettabile che abbiamo avuto negli ultimi venti anni.
Capisco che chi non è d’accordo con questo ruolo di sindacato nella società, non sia d’accordo con l’unità, ma chi concorda su questo ruolo deve essere per l’unità, giacché questo ruolo sarebbe illusorio, chimerico, come è stato detto ieri, senza una forte struttura unitaria delle grandi masse lavoratrici del paese.
Sarebbe un modo davvero assurdo di parlare dell’autonomia chiedere sin da adesso alla organizzazione unitaria quello che non si chiede all’interno della propria confederazione dopo 25 o 30 anni di vita in comune. Questo vale per molti aspetti delle osservazioni e delle critiche, delle condizioni che in taluni interventi ho sentito porre per l’unità organica. La questione dell’autonomia o si può misurare in concreto attraverso determinate norme che vengono applicate, come abbiamo fatto, pagando i prezzi necessari, sulla questione dell’incompatibilità, oppure diventa un’arma eternamente puntata contro ogni forza che voglia seriamente conseguire l’unità, perchè sarà sempre possibile sostenere che l’autonomia realizza è insufficiente, non basta, è inadeguata per convivere insieme in una sola organizzazione.[…]pp.35