– di Giorgio Bertuzzi Camprecios –
Ricercatore Storico per la Biblioteca Arturo Chiari

Mi è capitato tra le mani un gioiello storico, quella che in gergo parlato si dice una vera “chicca“: una cartolina militare del Regio Esercito Italiano spedita nell’anno 20 del secolo scorso.

Mi rende grata l’occasione per trattare un argomento poco conosciuto e al contempo interessante: la posta militare.

Operava in franchigia sin dai tempi antecedenti all’Unità d’Italia e anche dopo si avvalse di tale metodologia che comunque veniva portata a termine tramite i più efficienti canali del servizio postale civile.

La franchigia era concessa solo quando le comunicazioni venivano effettuate utilizzando esclusivamente le cartoline del Regio Esercito Italiano che erano distribuite dai vari reparti e avevano validità riconosciuta solo se recanti le timbrature dei stessi.

I vertici militari incoraggiavano l’utilizzo delle cartoline invece della classica lettera per questioni puramente pratiche e per facilitare il compito della onnipresente censura che ne doveva vagliare i contenuti.

Quella che propongo stamane è uno stampato che circolava sin dal 1918 (modello imbandierato). In generale la bellezza di queste cartoline sta nella ricercata grafica dei disegni in linea con lo stile tipico del periodo e che risentiva ancora delle tarde influenze della “Belle Époque” come nelle coloratissime bandiere di quella in esame.

Cartoline militari che comunque riproducevano eloquenti disegni patriottici molto politicamente orientati come quelli di Attilio Mussino che prese parte alla prima guerra mondiale come soldato.

E non solo,… i particolari che offrono spunto di riflessione risaltano nello stile e nelle citazioni propagandistiche che variavano a seconda del momento e della tiratura in stampa, come ad esempio in quella nell’immagine, che cita una famosissima frase di Vittorio Emanuele III Re d’Italia:

“Cittadini e Soldati siate un esercito solo” – Vittorio Emanuele III

Insomma un bel dire, e senza dubbio il patriottismo era molto più in voga a quei tempi di quanto non lo sia oggi.

Ebbene. Il Caporale Labbiente Domenico (sarà corretta la interpretazione del cognome?) del 40° Fanteria Fureria scrive il 20 novembre del 1920 alla sua “Cara Mamma” Antonietta Iorio (idem come sopra) comunicando la sua buona salute e sperando in altrettanto in famiglia. Chiede inoltre se ci sono novità nel paese natio a Villanova del Battista in provincia di Avellino.

Da notare infine la qualità espressiva, la deferenza nei confronti della madre, la bella e curata calligrafia e la cartolina che da sola, a parer mio, è impagabile.

Tutto ciò accadeva quasi 100 anni fa,… Fa sempre un certo effetto avere tra le mani documenti di valore storico e non solo.