Si fece un grande sforzo per migliorare la capacità di investimenti e di spesa delle regioni italiane al ritardo di sviluppo.
Tre cicli di programmazione dopo, la scommessa e non è ancora vinta!
[…] 5. Con questa nuova impostazione, la programmazione degli investimenti pubblici intende divenire uno dei pilastri dello sviluppo del nostro Paese.
La concorrenza nei mercati e un nuovo patto sociale sono gli altri due principali requisiti di questo sviluppo. Sono temi non affrontati in questo documento. Ma che con esso si intrecciano. Il primo, perchè immettendo gli <<enzimi>> della concorrenza nel mercato dei servizi di rete gli investimenti pubblici potranno veramente soddisfare i bisogni della collettività a condizioni economicamente convenienti; il secondo, il dialogo con le parti sociali sull’utilizzo dei fondi strutturali, costituisce una componente importante del patto sociale, si lega a quell’accordo per un migliore funzionamento del mercato del lavoro, che è condizione di sviluppo, specie nel Mezzogiorno.
6. A meno di 14 mesi da oggi, si potrà iniziare a erogare finanziamenti a valere sui Fondi 2000-2006. Perché ciò si realizzi, le nostre Amministrazioni dovranno predisporre entro i prossimi mesi i documenti di programmazione e procedere alle domande di contributo. Il tempo c’è; ma non è molto. Deve esservi un grande sforzo di mobilitazione senza che ciò vada a scapito della qualità degli investimenti.
7. Cruciale sarà il ruolo delle Amministrazioni locali, segnatamente delle Regioni. Solo attraverso il riferimento al territorio è possibile concepire un disegno di programmazione unitario, del quale facciano parte sia gli interventi finanziati dai Fondi strutturali sia le altre linee di programmazione. Mi riferisco alle Intese di programma, nelle quali le Regioni e le Amministrazioni centrali stabiliscono le opere infrastrutturali e le misure di promozione dello sviluppo locale di interesse comune; ai patti territoriali, ai contratti d’area, ai contratti di programma che in questa cornice possono meglio essere realizzati; all’attuazione degli altri strumenti di promozione imprenditoriale del territorio.
Con i livelli superiori di governo, europeo e nazionale, le Regioni concordano le regole, il metodo della <<nuova programmazione>>; le procedure di coordinamento con le amministrazioni settoriali; la ripartizione delle risorse finanziarie. Con le amministrazioni locali, le Regioni effettuano la ricognizione dei bisogni e individuano gli strumenti atti a soddisfarli; in ciò si risolverà la loro capacità di conquistare la fiducia dei Comuni e delle Province. […]
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