15 gennaio 1919 – Berlino: soldati dei Freikorps rapiscono ed uccidono Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht.
Fiera propugnatrice del socialismo rivoluzionario, oltreché tra le principali teoriche del comunismo consiliarista in Germania, che contrappose ideologicamente, rispettivamente, alle più moderate posizioni riformiste del Partito Socialdemocratico di Germania, di cui fu per buona parte della sua vita una sua esponente di spicco, e alla prassi rivoluzionaria dell’avanguardismo partitico e del conseguente centralismo democraticoleninisti, fondò, assieme al sodale Karl Liebknecht, la Lega di Spartaco, col quale prese parte alla fallita rivoluzione tedesca del 1919, durante la quale fu uccisa per mano dei Freikorps.
[…]Nel compiere la Rivoluzione di Ottobre i marinai e i soldati rossi, gli operai e i contadini, versarono il proprio sangue per il potere dei soviet, per la creazione di una repubblica di lavoratori. Il Partito comunista seppe prestare grande attenzione agli atteggiamenti dei lavoratori. Avendo scritto sulle sue bandiere parole d’ordine lusingatrici che attrassero gli operai, seppe portarli nel proprio campo e promise di guidarli nel regno luminoso del socialismo, che solo i bolscevichi sapevano come costruire.
Naturalmente, una gioia sconfinata si impadronì degli operai e dei contadini. <<Finalmente la schiavitù che abbiamo sofferto sotto il giogo dei latifondisti e dei capitalisti sta per passare nella leggenda>> essi pensarono. Sembrava che nelle fabbriche, nelle aziende, nei campi, fosse giunta l’ora del libero lavoro. Sembrava che tutto il potere fosse passato nelle mani dei lavoratori.
Con abile propaganda, i figli della classe operaia vennero arruolati nelle file del partito, dove furono sottoposti a una severa disciplina. Allora, sentendosi abbastanza forti, i comunisti allontanarono dal potere prima i socialisti delle altre tendenze; quindi scacciarono gli stessi operai e contadini dal timone della nave dello stato, pur continuando a governare il paese a loro nome. Al potere che avevano ricevuto, i comunisti sostituirono l’arbitrio dei commissari sul corpo e sulla mente dei cittadini della Russia sovietica. Contro ogni logica e contrariamente alla volontà dei lavoratori, cominciarono a costruire ostinatamente un socialismo di Stato, con degli schivi al posto di liberi lavoratori.
Dopo aver disorganizzato la produzione sotto il <<controllo operaio>>, i bolscevichi attuarono la nazionalizzazione delle fabbriche e delle botteghe. Il lavoratore fu trasformato in schiavo del capitalista a schiavo dell’azienda statale. Ma ciò non bastò, ed essi progettarono di introdurre un metodo accelerato di lavoro, il sistema Taylor. Tutti i contadini lavoratori vennero dichiarati nemici del popolo e identificati con i kulak. Con grande energia i comunisti si diedero da rare per rovinare i contadini e per creare le fattorie statali: i latifondi del nuovo grande agrario, lo stato. Questo è quanto ricevettero i contadini dal socialismo dei bolscevichi, invece del libero uso della terra appena conquistata.
In cambio del grano requisito, e delle vacche e dei cavalli confiscati, si ebbero le incursioni della Ceka e i plotoni di esecuzione. Davvero un bel sistema di scambio per uno stato dei lavoratori: piombo e baionette in cambio di pane!
La vita del contadino è diventata disperatamente monotona ed eguale. Si vive secondo gli orari fissati da una qualsiasi autorità. In luogo del libero sviluppo della personalità individuale e di una libera vita di lavoro, ciò che è emerso è una schiavitù eccezionale e senza precedenti. Ogni pensiero indipendente, ogni giusta critica alle azioni dei governanti criminali è divenuto un delitto punito con la prigione e talvolta persino con la morte. In una “società socialista” la pena capitale, abominio della dignità umana, ha cominciato a fiorire.
E’ questo il luminoso mondo del socialismo cui ci ha condotto la dittatura del Partito comunista. Abbiamo ottenuto un socialismo di stato con soviet composti di funzionari che votano con obbedienza in base agli ordini del comitato di partito e dei suo infallibili commissari. La parola d’ordine << chi non lavora non mangia>> si è tramutata, nel nuovo ordine “sovietico”, in quella <<tutto ai commissari>>. Per gli operai, i contadini, i lavoratori intellettuali non resta che un lavoro tetro e continuo in un’atmosfera di prigione.
La situazione è divenuta insopportabile e Kronstadt rivoluzionaria è stata la prima a spezzare le catene e le sbarre di ferro di questa prigione. Essa si batte per un socialismo diverso, per una repubblica sovietica dei lavoratori, in cui il produttore sarà l’unico padrone e potrà disporre a suo piacimento del prodotto del proprio lavoro. […] pp.230
Disponibile presso la BIBLIOTECA NAZIONALE UIL ARTURO CHIARI