[…] In Italia il sindacalismo ha tradizioni essenzialmente politiche, anzi, per essere chiari, socialiste.

La storia del nostro movimento sindacale è la storia della lotta socialista nel nostro Paese. Si sta facendo veramente u n certo abuso dei termini <<indipendente>>, <<apartitico>>, <<libero>> ecc. Io penso che sia venuto il momento di avere il coraggio di dire, almeno ai lavoratori, quello che si è e di farla finita con le formule ipocrite. E’ chiaro che i partiti politici, specie quelli che si ispirano alle dottrine sociali, non possono rinunciare ad affermare <<anche>> attraverso i sindacati, i loro principi. come è altrettanto chiaro che i sindacalisti, in quanto uomini, con idee e con fede politica, non possono sdoppiarsi per sostenere tesi opposte secondo che discutano un problema operaio (ad esempio della disoccupazione), nella sede del proprio partito o in quella del sindacato. Con questo non voglio dire che il sindacato in Italia sia fatalmente destinato ad essere prigioniero della disciplina dei partiti, ma senza dubbio è influenzato dai principi politico-sociali  dei vari partiti tradizionalmente di massa.

E’ proprio il grado di influenza che tali partiti esercito verso i sindacati che costituiscono l’essenza più o meno democratica di questi ultimi.

E’ chiaro che il sindacato diretto da uomini legati alla disciplina di un partito totalitario p confessionale non potrà mai essere sufficientemente libero e democratico. […]

 

Argomenti trattati:

Situazione sindacale italiana

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la libertà 9 febbraio 1950

 

Disponibile presso l’Emeroteca della biblioteca Arturo Chiari