9 luglio 1979. Il nuovo Presidente della Repubblica Sandro Pertini affida l’incarico di formare il Governo al Socialista Bettino Craxi.
[…]LA SETTIMANA NERA (23-29 gennaio 1984)
I giorni della grande tempesta per il governo Craxi, che sta per compiere i sei mesi di vita, cominciano venerdì 20 gennaio 1984, il giorno dei santi Sebastiano e Fabiano. Quel giorno il Consiglio dei ministri nomina il democristiano Franco Piga presidente della CONSOB, la Commissione di controllo della Borsa e della società. Il giorno dopo il Corriere della Sera titola cinque colonne all’apertura della pagina 10 : Franco Piga presidente della <<Consob>>. Sottotitolo, che annuncia le ostilità: <<Goria: ho accettato l’indicazione di Craxi>>. Dice la notizia; <<A circa tre mesi dalle dimissioni del presidente dell’organismo di controllo Vincenzo Milazzo ieri il Consiglio dei ministri ha accolto la proposta della nomina a questo delicato incarico del Consiglio di Stato Franco Piga fatta dal Presidente del Consiglio Craxi, a cui spetta la scelta secondo la legge istitutiva della commissione>>. La scelta , dice più sotto il quotidiano ne ritratto di Piga, è <<accolta freddamente a Milano e con qualche polemica a Roma>>; ma <<chi lo conosce bene è convinto che un magistrato come lui non potrà non assolvere l’incarico con spirito di servizio>>.
Tutti sanno in realtà che il ministro del Tesoro Coria era contrario alla nomina di Piga, personaggio molto discusso e <<abile navigatore delle coulisse romane>>, secondo La Repubblica. Goria, infatti, fa esprimere dal suo portavoce il proprio dissenso, anche se smentisce di essere stato sul punto di dare le dimissioni per protestare contro la nomina sgradita.
Ma nello stesso giorno della nomina di Piga avviene un fatto che ha dell’incredibile. Un comunicato della segreteria del PSI annuncia l’esistenza di un accordo tra DC e PSI per la riconferma del socialista Nerio Nesi alla presidenza della Banca Nazionale del Lavoro, la più grande banca pubblica italiana. Il comunicato, di scrittura contorta, è stato diramato dall’Adn Kronos, agenzia molto vicina ai socialisti. Nei nervosissimi ambienti romani la notizia provoca un soprassalto. Gli osservatori vedono nelle due vicende parallele un patteggiamento di lottizzazione: Nesi contro Piga, la Bnl in cambio della CONSOB. Tutto è passato sulla testa del ministro del Tesoro, che per entrambe le nomine nutriva forti perplessità. Ma ciò che desta maggiore scandalo è la sostanza del comunicato. Per la prima volta si dichiara alla luce del sole che le nomine nei grandi istituti di credito sono oggetto di una trattativa tra partiti. Nessuno aveva mai messo in piazza con tanta evidenza la realtà dell’egemonia del potere politico sulla realtà sociale. I mercanteggiamenti si facevano da sempre, ma nessuno li proclamava a cielo aperto.
Il curioso è che Craxi stesso è stato colto di sorpresa da questa polemica. Il comunicato non l’ha voluto lui. In una serie di concitate telefonate Nerio Nesi spiega a tutta Roma che il comunicato lo ha steso Vincenzo Balzamo, capo della segreteria del PSI, e che ne ha parlato soltanto con Riccardo Misasi, massiccia figura di barone calabrese e responsabile della segreteria De Mita.
La vicenda desta una tempesta di polemiche, di nuovo incentrate sulla <<questione morale>>. I più fervidi nella denuncia sono i repubblicani, che dopo il loro successo elettorale del giugno 1983 cavalcano spavaldamente la tigre della moralità. Spadolini scrive una protesta di fuoco su La voce Repubblicana.
Il vespaio irrita molto Craxi, che pure deve avere disapprovato il maldestro comunicato. Da Palazzo Chigi esce a questo punto un altro comunicato che parla di <<perfetta idiozia>> di chi è partito lancia in resta contro questi provvedimenti. Il maligno mondo romano si diverte a raffigurarsi lo straripante Spadolini nelle vesti dell'<<idiota>>. Il leader repubblicano ricambia subito con furore, dislocandosi sul sentiero di guerra. L’inquietudine generale cresce. L’ex socialista Franco Bassanini, deputato della Sinistra indipendente, stigmatizza: <<La nota di Palazzo Chigi ha l’aria di un messaggio di rassicurazione a tutti gli uomini del presidente. Significa che il partito non li abbandonerà in alcun caso, anche a dispetto delle norme di legge>>. […]
Tratto dal libro “Craxi il potere e la stampa” di Guido Gerosa pp.3/5