ACCADDE OGGI – 10 gennaio 1954 Muore Rinaldo Rigola

10 gennaio 1954
Muore a Milano Rinaldo Rigola.

Rinaldo Rigola può considerarsi come uno dei promotori della UIL

Alla vigilia della riunione del 5 marzo 1950 da cui la UIL stessa sarebbe stata creata , un gruppo di sindacalisti indipendenti gli avevano chiesto di esprimere il suo parere sui loro propositi di dar vita ad una terza Confederazione sindacale non soggetta ad influenza di partito.

La sua risposta scritta fu letta nella riunione e costituì uno dei più forti incentivi a realizzare e ad affermare tali propositi.
Ecco – per la storia e come contributo alla commemorazione del grande compagno scomparso – il testo della lettera:
“Voi desiderate conoscere il mio preciso pensiero sulla crisi sindacale in genere e sulla fusione, in particolare, tra la FIL e la LCGIL.
Ho già avuto più volte l’occasione di esporre la mia opinione in materia, e chi volesse prendersi la briga di sfogliare la collezione di “Battaglie sindacali” troverebbe forse uno scritto, che risale al tempo in cui l’uscita dalla CGIL dei sindacati democratici non era ancora che una minaccia, nel quale io dicevo che nel caso si fosse effettuata i sindacati della corrente socialista non li avrebbero seguiti. Ricordo queste precedente per stabilire che non ho nessun speciale motivo, che non sia quello dell’interesse del movimento operaio, che mi fa preferire la autonomia ad una fusione di cui non riesco a comprendere la opportunità.
Potrei affermare che il sindacalismo operaio tradizionale, quello che io conosco è classista, mentre il sindacalismo democristiano non lo è, ma non farei che ripetere una verità banale.
Credo miglior cosa far sapere agli italiani, ma soprattutto agli stranieri che in una perfetta buona fede danno dei suggerimenti ai sindacalisti italiani sul modo di comportarsi, che l’Italia è un paese troppo poco conosciuto da chi giudica da lontano.
Lo so, la fusione tra sindacalisti socialdemocratici e democristiani dovrebbe avvenire in virtù del comun denominatore anticomunista.
Da un lato tutti i bolscevichi cominformisti, dall’altro tutti gli antibolscevichi confusi in una medesima organizzazione. E che cosa accadrebbe se domani, putacaso, il bolscevismo si liquefacesse (tengasi presente che l’Italia è il paese dei cambiamenti fulminei) e rimanessero soli classisti e anticlassisti? Si prenderebbero tra loro per il collo.
No, non siamo di fronte ad un movimento sindacale composto di uomini che hanno una data fede religiosa, ed un altro composto di laici, di agnostici, di miscredenti, i quali potrebbero anche unirsi facilmente.
Gli operai che si iscrivono ai sindacati cattolici si pongono sotto il controllo delle autorità chiesastiche ancor prima che il partito politico democristiano. La chiesa ha una sua particolare concezione della vita e della società, e non può che fare la sua politica. Se così non fosse, perchè creerebbe dei sindacati cattolici, quando potrebbe invitare essa i lavoratori ed entrare nei sindacati aconfessionali? E’ impossibile superare questa incompatibilità ideologica e morare per una questione contingente quale è il pericolo comunista.
E’ doveroso constatare che i lavoratori italiani in questo momento preferiscono la CGIL e la LCGIL alla FIL, la quale rappresenta il sindacalismo tradizionale il sindacalismo che è seguito dalla grande maggioranza dei lavoratori in tutti i paesi liberi, ma non bisogna per questo lasciarsi fuorviare dalle difficoltà.
Io sono convinto che l’era del sindacalismo solido cominci oggi soltanto.
Fin qu abbiamo avuto dei sindacati più adatti per l’agitazione politica che non per la creazione di un ordine sociale.
Ora è tempo di riprendere la nostra fatica, anche se ingrata, per risolvere questa crisi di congiuntura e sollevare l’Italia, che è quanto dire le sue classe lavoratrici, ai più alti destini.
Io ho finito, cari compagni.
Che la fortuna vi assista ed il congresso scelga liberamente la strada da battere.
E l’augurio che formulo salutandovi fraternamente.

Rinaldo Rigola