ACCADDE OGGI – 23 Marzo 1953 Far vivere il sindacato

Esigenza Numero Uno – Far vivere il sindacato.

Con parole molto decise Italo Viglianesi ha affrontato sulle colonne de <> il problema dello sviluppo organizzativo della UIL, affermando che esso <>.
Quanto sopra potrà meravigliare quanti amano sentir dire che questa o quella organizzazione ha aumentato vertiginosamente i propri iscritti, ma non potrà certamente colpire i compagni della UIL, che hanno la responsabilità delle Camere Sindacali e delle Categorie.

Tutti costoro sanno, per esperienza di ogni giorno, come il lavoro di proselitismo sia difficile e richieda una paziente tenacia, e sanno soprattutto che l’opera non è finita quando il lavoratore ha preso la tessera.

Potremmo forse dire che, oggi, una delle difficoltà principali di fronte a cui si trovano i dirigenti sindacali è quella di mobilitare i lavoratori dopo la loro iscrizione, portali ad interessarsi allo sviluppo e all’attività della categoria e della Camera Sindacale.

L’iscrizione avviene soprattutto in seguito ad un giudizio espresso sull’indirizzo politico sindacale della UIL nei confronti con quello delle altre organizzazioni – e su questo piano la UIL ha mostrato la sua validità portando al sindacalismo indipendente migliaia e migliaia di lavoratori – ma la vera aderenza alla vita sindacale non può avvenire che con la partecipazione diretta del lavoratore alla trattazione dei vari problemi.

E’ questo forse l’aspetto della complessa vita del sindacato che sino ad oggi è stato maggiormente trascurato nella UIL.
Esigenze organizzative pregiudiziali ed alcune insufficienze techiche hanno portato a ciò, ma pensiamo che questi stadi siano ormai superati nella gran parte delle località e che sia giunto il momento di far vivere la vita di ogni giorno del sindacato ai nostri lavoratori.

Tratto da “Lavoro Italiano” del 6 aprile 1953