ACCADDE OGGI – 9 Giugno 1937 Carlo e Nello Rosselli vengono uccisi
Giustizia e libertà di Giuliana Limiti e Mario di Napoli
9 giugno 1937 -Vissero a lungo in esilio a Parigi e furono uccisi a Bagnoles-de-l’Orne il 9 giugno 1937 da formazioni locali di estrema destra, probabilmente su ordine proveniente dai vertici del fascismo.
[…] Con felice senso critico, Nello Rosselli fu il primo a cogliere il problema storico della formazione del movimento operaio in Italia. Ne delineò le vicende e le tendenze, non tacendone anche il ritardo rispetto al resto d’ Europa. La sua culla furono le società operaie di mutuo soccorso, d’ispirazione mazziniana, nate soprattutto in Piemonte e in Liguria.
Essi si fondavano su un concetto di solidarità che esaltava la dignità del lavoratore, chiamato a gestirla e non a subirla. Erano, inoltre, il “laboratorio” di educazione cooperativa e sindacale, in grado di preparare operai responsabili e partecipi delle aziende in cui lavoravano. Ben diverso era l’atteggiamento dei moderati e dei reazionari, che, quando si interessavano (e di rado ciò accadeva) del problema sociale, lo semplificavano nella sola dimensione della carità e della beneficenza. In quei primordi di organizzazione operaia, il punto di forza era rappresentato dal nesso fra l’elevazione economica, morale e culturale del popolo e la questione politico-istituzionale. In tale ottica, metodologicamente, i lavoratori prendevano coscienza dell’importanza della lotta politica, conquistando al tempo stesso una forma mentis che avrebbe loro consentito di volere e di costruire una società più giusta. Questa impostazione originaria fu sconfitta nella pratica sindacale successiva che si adagiò, per quel che potè, sul principio della lotta di classe a parole, ma nei fatti coprì ogni rivendicazione corporativa. Oggi, essa è invece tornata ad essere la linea metodologica del sindacalismo moderno, dando ragione postuma ai padri fondatori del movimento operaio. Ma i fratelli Rosselli non l’avevano abbandonata, perchè ne avevano colto la lungimiranza educativa e democratica, come dimostrano le loro proposte politiche e le osservazioni che ebbero modo di fare sull’esperienza dei movimenti operai inglese, tedesco, francese.
Essi individuano la stretegicità del sindacalismo, solo che non si limiti al piano economico, nel qual caso sarebbe un’ “enorme forza di potenza che non trova gli strumenti per tradursi in atto”. La stretta interdipendenza tra salari, prezzi e profitti fa sì che la classe operai si trovi stretta in una morsa che la costringe in un circolo vizioso, in cui l’aumento dei salari si ritorce sul piano dei consumi e della disoccupazione. Per superare l’impasse, il movimento sindacale deve compiere un salto di qualità, deve farsi carico della crescita e civile dell’intero paese, di cui i lavoratori costituiscono la spina dorsale. In tal modo, secondo Carlo Rosselli, essi non saranno più masse amorfe, ma <<uomini liberi, autonomi, fieri, raccolti in libere associazioni>>, partecipi a pieno titolo della classe politica. [..] pp.205